CITAZIONE
L'autore/autrice dice che possono essere usati solo nei rari casi occasionali in cui si vuole davvero dare enfasi al dialogo, perché (presumo) si teme che il lettore non capisca le intonazioni dei discorsi.
Ha ragione.
In realtà, qualsiasi verbo di dialogo non concreto va evitato, come ribatté, si lamentò, replicò e via dicendo.
Sbagliate però nel dire che "chiese" è scorretto.
- Dove vai?- chiese il quartiermastro
- A farmi un goccetto- disse CercavoceTrovare scritto "disse" dopo una domanda rischia di fermare molto più il lettore di un "chiese". è lì che legge e a un certo punto, di botto, si trova davanti quel disse e pensa: "perché diamine non ha scritto chiese?"
Riguardo a Sussurrò, Tuonò e altro, anche quelli possono essere usati, ma con le seguenti cose da tenere a mente:
- Solo in casi necessari
- Solo se le frasi sono brevi
- Corpo di mille balene sventrate dalla spada di quel diavolo di Davy Jones che sta in fondo al mare col suo scrigno pronto a rubarti l'anima, stiamo affondando!- tuonò CercavoceCapite che, se la frase è lunga, non serve a un accidenti. Senza contare che si capisce già che sta urlando.
- Per tutti i fulmini!- latrò Cercavoce - Stiamo affondando!-Il verbo latrò, in questo caso, può dare un'idea migliore e diretta della voce del Capitano. Io trovo molto più semplice, per il lettore, capire come parla Cercavoce in questo modo che non...
- Per tutti i fulmini!- disse Cercavoce. La voce il latrato di un cane. - Stiamo affondando!-è meno immediato. Se poi io uso "latrò" all'inizio del racconto, o la prima volta in cui parla Cercavoce, in seguito mi basta il disse, perché tanto l'idea della voce di Cercavoce l'ho già data.
Anche sussurrare. Se la frase è breve e non sarebbe chiaro altrimenti, è un ottimo modo per farlo capire.
Il vero problema è quando, come dice l'autrice dell'articolo, un autore pensa che "disse" sia poco originale e decide, così, di cercare a tutti i costi un verbo diverso, andando a sfociare nel ridicolo.