Punti di Vista - Points of View, Strumenti - 3

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Cercavoce
view post Posted on 17/9/2011, 15:35





I Punti di Vista





In questo articolo parliamo dei Punti di Vista. Cos'è un punto di vista? Per spiegarvelo userò una metafora già nota e assai usata da scrittori e manuali.

Il Punto di Vista è pari all'inquadratura di una telecamera.

Immaginate di star girando un film. Un film di pirati (perché no?). Abbiamo il nostro caro amico Capitan Cercavoce che... che... che vuole farsi un goccetto di rum! Si dirige verso la porta che porta (ah ah... che ridere, una porta che porta... ehm...) sottocoperta, dove trova però il cuoco, che, a conoscenza del suo problema di alcolismo, gli vieta di bere.

Bene, abbiamo la scena. Ora dobbiamo decidere sotto quale inquadratura mostrarla! Vogliamo entrare nella mente sia del cuoco che del capitano? Oppure dite che è meglio rimanere con la telecamera fissa sulla spalla di Cercavoce? O ancora, perché non provare a metterla direttamente nella testa del vecchio capitano, così da mostrar di più i suoi pensieri?

Ecco, stiamo parlando di Punti di Vista.

Ma andiamo ad analizzare i possibili Punti di Vista singolarmente.


Il Narratore Onniscente



Il Narratore Onniscente è così chiamato perché, appunto, conosce tutto di tutti. Immaginate di porre, come nella figura, la cinepresa in alto. In modo da avere tutta la scena sotto di voi.

In pratica, siete Dio!

Vediamo l'esempio con la scena prescelta

----- Il capitano uscì dalla stanza sfregandosi le mani. In volto aveva il ghigno che era solito mostrare quando aveva sete.
Camminò sino alla porta conducente sottocoperta e afferrò la maniglia. "Rum, sto arrivando!"
Il cuoco del vascello, un omone con due baffi appuntiti come aghi e la pancia simile al dorso di una balena, stava in quel momento passeggiando sul ponte e, vedendo Cercavoce vicino alla porta, corrucciò le sopracciglia. - Capitano!-
Il capitan Cercavoce si voltò di scatto, lasciando la maniglia. Quando vide il cuoco, capì che il rum se lo poteva scordare. Malgrado ciò, mise in mostra i suoi fluorescenti denti marci e fece un mezzo inchino. -Complimenti, cuoco- disse a denti stretti. -Volevo vedere se mi avreste fermato come dovuto. Bene bene, vedo che sono in buone mani!-
Il capitano si sfregò le mani, senza smettere di sorridere, e si diresse nuovamente ai suoi alloggi.
Il cuoco lo fissò finché non sparì dietro la porta della sua stanza. "Razza di ubriacone..."


Guardate l'immagine del Narratore Onniscente, presa da "Characters and Viewpoint", di Orson Scott Card. Le linee continue indicano l'area in cui si svolge la scena, e da che altezza la stiamo inquadrando, mentre le linee tratteggiate sono le possibili intrusioni da parte della telecamera nelle menti dei personaggi.

Nella scena d'esempio, abbiamo accesso ai pensieri sia del capitano che del cuoco, e spostiamo la telecamera dall'uno all'altro senza difficoltà. Abbiamo una scelta vastissima e non vi sono, in pratica, limiti di alcuna sorta.

Eppure il narratore Onniscente, oggigiorno, è sconsigliato da tutti. Perché?
Semplice, perché il lettore non s'immedesima in un personaggio.

Rileggete la scena. Certo, può anche essere una bella scena, ma non è stata scritta con l'intento di far immedesimare, come prima cosa, il lettore. Inoltre, il narratore onniscente è accompagnato dalla presenza di un narratore esterno. Il lettore sente che c'è qualcuno che racconta.

Riporto le parole di James N. Frey nel manuale "How to write a damn good novel", così come tradotte nell'edizione italiana.

CITAZIONE
A causa del continuo slittamento del punto di vista, il lettore non si trova esposto ad alcun punto di vista del personaggio per un tempo abbastanza protratto da stabilire l'identificazione del lettore. Al lettore manca una intimità con tali personaggi. Per questo motivo, un numero davvero esiguo di romanzi sono oggi scritti dal punto di vista onniscente

E aggiungo che, la stragrande maggioranza dei romanzi aventi narratore onniscente, sono romanzi comici.

Un esempio? Terry Pratchett. Lui utilizza il narratore onniscente per scopi comici. I suoi libri non sono improntati, principalmente, per far immedesimare il lettore, ma per farlo ridere.

Un esempio tratto da "Il Tristo Mietitore"

CITAZIONE
La signora Evadne Torta era una medium, tendente a small. Non era un lavoro faticoso. Non molti tra quelli che morivano ad Ankh-Morpork mostravano grandi inclinazioni a chiacchierare con i parenti sopravvissuti. [...]

Qui è evidente che c'è qualcuno che racconta, ma fa ridere! Ed è questo lo scopo di Terry Pratchett! Lui sposta l'inquadratura come più gli serve per far ridere.
Ma attenzione, ciò non significa che l'onniscente sia da usare sempre quando si scrive un comico. Anzi. Oggi è comunque preferibile utilizzare un punto di vista limitato. Pratchett è un'eccezione.
Un'ottima eccezione, ma comunque un'eccezione!

Perciò, NON USATE L'ONNISCENTE. All'estero vi sono persino case editrici che rifiutano il narratore onniscente nei propri romanzi!


Prima Persona



La prima persona è un punto di vista assai particolare, che porta un grande vantaggio e un grande svantaggio allo stesso tempo.
Il vantaggio è che più in profondità di così nella testa del personaggio si muore.
Lo svantaggio è che possiamo narrare la storia solo dal suo punto di vista.

Vediamo la scena del capitano, narrata da lui stesso.

----- Uscii dai miei alloggi sfregandomi le mani. I denti gialli come oro in bella mostra. Non vedevo l'ora di farmi un goccetto! Avanzai sino alla porta conducente sottocoperta e allungai una mano verso la maniglia.
- Capitano!-
Lasciai andare la porta e mi voltai di scatto. Quel grassone del cuoco mi stava fissando da sopra i suoi baffetti appuntiti.
Merda.
-Complimenti, cuoco- dissi a denti stretti. Più che un sorriso, il mio sembrava un ringhio. -Volevo vedere se mi avreste fermato come dovuto. Bene bene, vedo che sono in buone mani!-
Gli lanciai un ultimo sguardo e me ne tornai nelle mie stanze.
Uno di questi giorni dovremo trovarci un altro cuoco, pensai. Questo diverrà cibo per squali entro stasera!



Un romanzo scritto in prima persona è visto sempre sotto il punto di vista di un solo personaggio, che sia il protagonista o meno. Ciò significa che tutte le scene importanti devono accadere sotto lo sguardo del personaggio-narratore. Il ché non è sempre facile.

Inoltre, la prima persona porta con sé l'effetto raccontato. Il lettore sentirà qualcuno dire "Camminai lungo il ponte e raggiunsi la porta conducente sottocoperta". C'è qualcuno che racconta. Non è affatto semplice far sì che il lettore, sentendo narrare in prima persona, s'immedesimi con il personaggio.

Vi riporto qui le parole di James N. Frey, sempre tratte da "How to Write a Damn Good Novel"

CITAZIONE
[...]La narrativa in prima persona possiede molte attrazioni, specialmente per gli scrittori alle prime armi. Un principiante si sente spesso a proprio agio a scrivere in prima persona; dopo tutto, è il modo in cui le persone scrivono corrispondenze personali. E poiché una storia narrata in prima persona suona come il resoconto d'un testimone oculare, possiede l'ulteriore vantaggio di sembrare più credibile rispetto ad un resoconto in terza persona.

E si chiede poi: Ma se la prima persona è più credibile e lo scrittore si trova a proprio agio, perché non usarla?

CITAZIONE
Ecco il perché no: ci vuole una considerevole abilità per destreggiarsi con una estensione narrativa esposta da un singolo punto di vista. Non potete raggiungere luoghi in cui il narratore non è possibile sia stato e mostrare al lettore degli aspetti che il narratore non può aver visto. Non senza un'ingente e pesante spiegazione. [...] Un narratore in prima persona ha l'onere aggiuntivo di mostrare come gli altri personaggi si sentano attraverso come appaiono, parlano e si comportano. Questa è una sfida considerevole per uno scrittore inesperto.
Inoltre, è estremamente difficile scrivere un lungo racconto in prima persona senza che il lettore s'annoi. L'utilizzo continuo dell'"io" comincia a suonare, di lì a poco, come un lamento quando state raccontando i sentimenti del personaggio, e come un millantarsi quando state descrivendo le azioni del personaggio.

Capite? La prima persona sembra facile, ma in pratica non lo è affatto.


La Terza Persona Limitata - Penetrazione Leggera



La Terza Persona Limitata è quella maggiormente utilizzata e conosciuta, sia dai lettori che dagli scrittori. Questo perché è, probabilmente, la scelta migliore in quanto a possibilità.
La terza persona limitata permette di far immedesimare il lettore in un personaggio senza che vi sia l'effetto della prima persona, che racconta attraverso le proprie parole, o dell'onniscente, che dà l'effetto di qualcuno che vi stia davanti a raccontarvi la storia.

In "Characters and Viewpoint", di Orson Scott Card, si fanno tre esempi di Terza Persona Limitata.

La prima di esse è la Terza Persona Limitata a Penetrazione Leggera.

Vediamo l'esempio.

----- Il Capitan Cercavoce uscì dalla stanza sfregandosi le mani. I denti marci in bella mostra. Camminò fino alla porta conducente sottocoperta e afferrò la maniglia. "Rum, sto arrivando!"
-Capitano!-
Cercavoce lasciò andare la porta e si voltò di scatto. Un uomo lo stava fissando da sopra un paio di baffetti appuntiti.
"Quel grassone del cuoco. Merda" pensò il capitano.
-Complimenti, cuoco- disse a denti stretti. -Volevo vedere se mi avreste fermato come dovuto. Bene bene, vedo che sono in buone mani!-
Lanciò un ultimo sguardo all'uomo e tornò alle proprie stanze. "Uno di questi giorni dovremo trovarci un altro cuoco" pensò. "Questo diverrà cibo per squali entro stasera!"


Ecco le parole di Orson Scott Card a proposito della Terza Persona a Penetrazione Leggera. La seguente traduzione è mia, perciò potrebbe anche non essere fedele al 100%. Il senso, comunque, spero sia chiaro.

CITAZIONE
Noi possiamo vedere dentro la mente del Personaggio Punto di Vista, osserviamo solo scene dove il Personaggio Punto di Vista è presente - ma in realtà non viviamo le scene come le stessimo vedendo attraverso gli occhi del Personaggio Punto di Vista. Il narratore racconta cosa accade con voce neutrale, dandoci informazioni a proposito del suo atteggiamento, o pensiero, solo quando si fa da parte ed entra nella sua mente

Capito? Sappiamo che il Capitan Cercavoce detesta il cuoco perché lui stesso lo ha pensato e perché il narratore si è fatto da parte in alcuni casi, permettendoci di leggere il pensiero del capitano. Nelle parti senza pensiero il narratore si limita a descivere la scena oggettivamente.


Terza Persona Limitata - Penetrazione Profonda



La penetrazione profonda è un potenziamento della penetrazione leggera. Se in quella leggera il narratore usa una voce neutrale e mostra i pensieri solo facendosi da parte e utilizzando formule come "pensò il capitano" o "rifletté Cercavoce", in quella profonda abbiamo una sorta di unione fra il narratore e i pensieri del personaggio sulla cui spalla abbiamo poggiato la telecamera.

Guardate l'immagine, infatti. Le linee continue non partono più dalla telecamera, ma dagli occhi del personaggio stesso. La scena viene mostrata attraverso gli occhi del Personaggio Punto di Vista.

Vediamo l'esempio.

----- Il Capitan Cercavoce uscì dalla stanza sfregandosi le mani. I denti marci in bella mostra. Camminò fino alla porta conducente sottocoperta e afferrò la maniglia. Sentiva già nel petto il calore del rum che stava per assaporare!
-Capitano!-
Cercavoce lasciò andare la porta e si voltò di scatto. Quel grassone del cuoco lo stava squadrando da sopra i suoi baffetti appuntiti.
Merda.
-Complimenti, cuoco- disse il Capitano a denti stretti. -Volevo vedere se mi avreste fermato come dovuto. Bene bene, vedo che sono in buone mani!-
Lanciò un ultimo sguardo all'uomo e tornò alle proprie stanze. Uno di quei giorni avrebbero dovuto trovare un altro cuoco. Quello sarebbe diventato cibo per squali prima del calar della notte!


Chiaro, no? Non abbiamo più esperienza dei pensieri del capitano attraverso il "farsi da parte" del narratore. Lo stesso narratore descrive la scena come se fosse all'interno della testa del capitano.


Ma apriamo una piccola finestra a proposito della scelta tra Penetrazione Profonda e Leggera.

CITAZIONE
Penetrazione Profonda

PRO

- La scena si mostra attraverso gli occhi del Personaggio Punto di vista e viviamo i suoi pensieri in maniera diretta.

CONTRO

- Il fatto che si mostri attraverso i suoi occhi è un rischio, poiché potrebbe sembrare che sia il narratore a dirci che, ad esempio, il cuoco è "un grassone". Vi sono diverse parti raccontate nella Penetrazione Profonda e non è semplice far sì che queste non soffochino le parti mostrate, che sono sempre preferibili


Penetrazione Leggera

PRO

- La voce del narratore, essendo neutra, non interferisce con la lettura ed è assai difficile che il lettore senta qualcuno raccontare.

CONTRO

- Non viviamo i pensieri del Personaggio Punto di Vista tanto in profondità quanto nella Penetrazione Profonda. Li scopriamo quando il Narratore si fa da parte.

Non esiste una scelta corretta in assoluto. Tanto la Profonda quanto la Leggera possono andare bene. Spetta solo a te, scrittore, decidere quale sia la più consona ai tuoi piani.


Terza Persona Limitata - Punto di Vista Cinematografico



Il punto di vista cinematografico è semplicemente una terza persona limitata che non mostra MAI e poi MAI i pensieri del Personaggio Punto di Vista o quelli di qualcun altro.
La voce narrante si limita a mostrare la scena e a far intendere i pensieri e le sensazioni dei personaggi attraverso le loro espressioni e le loro parole.

Vediamo l'esempio.

----- Il Capitan Cercavoce uscì dalla stanza sfregandosi le mani. Camminò sino alla porta conducente sottocoperta e afferrò la maniglia. Fra i denti marci penzolava la lingua scura, simile a quella di un cane assetato.
- Capitano!-
Cercavoce lasciò andare la maniglia e si voltò di scatto. Il cuoco del vascello lo stava fissando da sopra i suoi baffi appuntiti. Il grembiule unto ballonzolava al muoversi del pancione.
Il Capitano strinse i denti. - Complimenti, cuoco- disse. - Volevo vedere se mi avreste fermato come dovuto. Bene bene, vedo che sono in buone mani!-
Lanciò uno sguardo all'uomo e si diresse verso le proprie stanze. Gli occhi d'acciaio saettarono alla passerella, poi sul volto del cuoco. Il capitano si sfregò le mani con un sopracciglio alzato. I denti marci spiegati in un sorriso.


La telecamera segue il Capitan Cercavoce, ma non entra mai nella sua testa. Ciò è particolarmente utile se si scrive una scena in cui qualcosa deve rimanere ignoto al lettore.
Guardate l'ultima parte. Gli occhi del capitano si spostano dalla passerella al cuoco, mi sa che quello finisce in pasto ai pesci!

Far pensare al capitano di buttare in mare il cuoco e mostrare i suoi pensieri attraverso un'azione come questa significa ottenere effetti diversi. E come al solito spetta solo a noi scrittori questa scelta. A dimostrazione, un'altra volta, che le regole narrative non sono limitazioni ma strumenti.

Concludo riportandovi i pensieri di Orson Scott Card a proposito della scelta del Punto di Vista.
Anche questa traduzione è mia, perciò valgono le stesse indicazioni della prima.

CITAZIONE
Quale Punto di Vista dovresti usare? Appare chiaro che nessun Punto di Vista è, intrinsecamente e in maniera assoluta, migliore degli altri. Tutti sono stati usati da eccellenti scrittori per raccontare splendide storie. Ma la scelta del Punto di Vista è veramente importante. Qui vi sono alcune cose da tenere a mente.

1) La Prima Persona e il Narratore Onniscente sono più portati a mostrare, per natura, l'esistenza di un narratore, rispetto alla Terza Persona Limitata. Se il tuo obiettivo è quello di far emozionare i lettori immedesimandoli nei tuoi personaggi principali, [...] allora la Terza Persona Limitata è la scelta migliore.

2) Se stai scrivendo un comico, la Prima Persona e il Narratore Onniscente possono aiutarti a creare una certa distanza comica. Questi Narratori intrusivi possono fare commenti arguti e scrivere con quel tipo di spirito che richiama l'attenzione su sé stesso, senza stonare o sorprendere il lettore che è immedesimato nella storia

[...]

3) Se vuoi il senso di realtà che nasce da un testimone oculare, solitamente la Prima Persona suona meno narrativo e più reale.

4) Se non sei certo delle tue qualità di scrittore, mentre confidi più sulla forza della tua storia, la terza persona limitata porta più facilmente ad un tipo di scrittura pulita e priva di intrusioni da parte dell'autore. [...] Puoi comunque scrivere molto bene con la terza persona limitata, ma è facile che la tua scrittura sia ignorata. [...]

Piccolo pensiero personale di Cercavoce a proposito del Punto 4: Card qui sembra dire che il fatto che la scrittura sia ignorata sia un problema, ma, da quanto ho capito leggendo in giro, è esattamente il contrario. La scrittura dev'essere Trasparente (termine che spiegherò in un altro articolo), e per esserlo non deve attirare l'attenzione su di sé. Quindi, in pratica, dev'essere ignorata!
Ma su questo discorso torneremo un'altra volta.


Strumenti - 4 = Dialoghi



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Edited by Cercavoce - 27/10/2011, 19:00
 
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