Valutazione di Gamberetta. Dio mio quanto ho ancora da imparare!

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Cercavoce
view post Posted on 2/12/2011, 21:55




Ok, vi copio qui la correzione di Gamberetta riguardo al racconto (prima versione) "Il Mestiere del Cacciacciaio".

Così capite quanta roba ancora ho da studiare. :blink:

In rosso le sue correzioni/note. Non vi riporto l'introduzione inutile, vi basti sapere che a volte sono solo consigli, non vere correzioni. In ogni caso, quando sono consigli lo dice, per lo più.

Ah, a volte ha sbarrato alcune parti, perciò le sbarro pure io qui nel copiarle.



Unodue avanzò nell’erba in un cigolare di giunture. Scavalcò il guscio vuoto di una chiocciola, scostò due steli rinsecchiti e si trovò in una striscia di terra spoglia. Scarti! Copertura compromessa! Fece un passo indietro.
Il braccio formicolò all’altezza del polso destro. «Problemi 32784+?» [Questa battuta è un po’ ambigua: da un lato non è subito chiaro che il formicolio indica un ricevitore, dall’altro non è subito chiaro che a parlare è un altro personaggio. Metterei che è il ricevitore a formicolare all’altezza del polso, e magari aggiungerei un “gracchiò la voce di Chip/del suo collega”. Inoltre se ci pensi è bizzarro che dei robot abbiano ricevitori esterni. Sarebbe molto più logico che la ricezione fosse integrata. D’altra parte il tono del racconto non è del tutto serio e dunque ci può stare.]
Si portò il ricevitore della mano alla bocca e pigiò con un dito [Nota personale: all’inizio anch’io scrivevo sempre “un dito”, “un braccio”, ecc. poi ho pensato che l’articolo determinativo fosse più netto, e forse più giusto, perché in fondo non stai usando un dito, generico, ma il dito che in effetti stai usando. ^_^". Pensaci se ti sembra anche a te che suoni meglio: “[...] e pigiò con il dito ecc.”] il pulsante sul polso. «No, nulla di irrisolvibile. Smettila di distrarmi e lascia che esegua le direttive.»
Lasciò il pulsante.
«Scusa tanto 327-»
Pigiò il pulsante. «Per il Nucleo, Chip! Smettila di chiamarmi per cognome.» Tolse il dito.
«Unodue, la procedura prevede-»
Schiacciò il pulsante. [“Pigiò il pulsante”, “Tolse il dito”, “Schiacciò il pulsante”: io li toglierei. Hai già chiarito all’inizio come funziona con “pigiò con un dito il pulsante”/“Lasciò il pulsante”, diventa pleonastico insistere] «So cosa prevede la biologicissima procedura, faccio il Cacciacciaio da prima che il Nucleo ti avesse progettato e se ti dico che d’ora in poi dovrai chiamarmi per nome, dovrai chiamarmi per nome! Passo e chiudo.» Tolse il dito dal polso, diede una sbirciata a quella biologica striscia di terra oltre gli steli e si portò l’avambraccio sinistro ricoperto di pulsanti davanti agli obiettivi [la prima volta che ho letto ci ho dovuto pensare un attimo per capire cosa intendevi, forse è meglio “oculari”, “impianto ottico”, ecc.].
Dove scarti era finito il… ah, eccolo.
Cliccò il pulsante dell’upgrade ruotatore. Le braccia gli si allungarono verso terra, lo sollevarono in un cigolare di ingranaggi. Le gambe si avvicinarono, i piedi a mezza sfera si inclinarono in modo da porre la parte piatta di fronte all’altra. Si congiunsero in una sfera completa. Le mani abbandonarono la presa sul terreno e lo lasciarono cadere a terra.
Unodue sbatté le palpebre degli obiettivi e si portò la mano destra allo sportello della pancia, piegandosi in avanti. Avrebbero dovuto inventare un upgrade per eliminare la nausea per l’uso dei nuovi upgrade! La testa gli girò di 360 gradi sul busto. Non era stata una buona idea ingozzarsi tanto di rame quella mattina. [Qui cambia l’ordine delle frasi, se no il gesto della mano si capisce poco, magari puoi mettere che traballa/dondola, qualcosa così:
“Unodue si sporse in avanti, si tirò indietro, apri le braccia per mantenersi in equilibrio sulla sfera. La testa gli girò di 360 gradi. Si asciugò una goccia di olio lubrificante che gli scendeva dagli obiettivi. Non era stata una buona idea ingozzarsi tanto di rame quella mattina... non quando si va in giro senza l’upgrade per eliminare la nausea per l’uso di nuovi upgrade! Si portò la mano destra allo sportello della pancia, piegandosi in avanti.” – e se fossi io lo farei anche vomitare. ^_^]

Si rimise diritto, scostò gli steli. Se la spesa di cinquanta biologicissime [ho capito che “biologico” è un’imprecazione, però legato a rotelle suona male perché le rotelle non hanno niente di biologico] rotelle per quell’upgrade si fosse dimostrata infruttuosa [uhm, termine troppo ricercato per un rant] (Nota di Cercavoce: non so cosa sia un rant, l'ho già chiesto a Gamberetta, vi saprò sapere una volta avuta la risposta), quel pezzo di scarti del Programmatore l’avrebbe sentito! Eccome se l’avrebbe sentito!
[Alternativo: “Unodue abbassò gli obiettivi sulla sfera. Aveva pagato cinquanta rotelle per quell’upgrade, cinquanta rotelle per un affare che sembra un biologicissimo melone! Se la sfera non avesse funzionato più che bene quel pezzo di scarti del Programmatore l’avrebbe sentito! Eccome se l’avrebbe sentito!”]
Si tuffò nella striscia di terra. La sfera schizzò sul terreno sollevando una scia di polvere. Non emise suono malgrado le irregolarità della superficie. Cinquanta rotelle ben spese. [Cinquanta rotelle bene spese perché la sfera non fa rumore? Forse è il caso di spostare le cinquanta rotelle ben spese dopo la frase seguente “Superò la striscia di terra”. Inoltre un piccolo appunto: quando cambi soggetto da una frase all’altra rendilo esplicito: “Unodue superò la striscia di terra e rientro nell’erba.” Perché prima il soggetto era la sfera, e il lettore deve pensarci un attimo se è la sfera o appunto Unodue che superano la striscia di terra. Tanto i nomi dei personaggi sono “trasparenti”, non danno fastidio anche a essere ripetuti spesso, il lettore non se ne accorge neanche.]
Superò la striscia di terra e rientrò nell’erba. Avanzò fino a trovarsi di fronte al sentiero di ghiaia diretto ai tre gradini della veranda. A quei tre biologicissimi e arrugginitissimi gradini [così il lettore pensa che siano di legno e il biologicissimo ci sta bene, magari scrivilo anche esplicitamente il “di legno”]. Appena tornato si sarebbe fatto fare [installare? impiantare?] un upgrade per poter sospirare, dicevano che aiutava a calmare i circuiti sotto pressione. [Qui potresti introdurre la moglie: è lei che dice sempre che l’upgrade sospiroso la aiuta a calmare i circuiti sotto pressione.]
Portò la mano alla manopola sinistra della testa. La ruotò in avanti. Gli obiettivi zoomarono sino alla porta della veranda. C’era una finestrella per gatti.
Bene. Molto bene.
Ruotò la manopola indietro, la visione tornò normale. Si portò davanti agli obiettivi l’avambraccio sinistro e premette il pulsante ruotatore. La sfera si divise nei piedi a mezza sfera.
Osservò la porta, socchiuse gli obiettivi pensoso e cliccò il pulsante del segamotore. La mano destra si rimpicciolì, rientrò nel braccio in un clangore d’ingranaggi. La motosega miniaturizzata [non è in miniatura per il pdv] uscì dal polso e si espanse fino a diventare grande quanto l’avambraccio. Troppo lucida!
Unodue Avanzò nell’erba adiacente al sentiero sino ai gradini, allungò un braccio al bordo del primo e s’issò [meglio staccare in questi casi, suona meglio: “si issò”]. Il metallo del braccio gemette. Sollevò una gamba e fece leva col ginocchio sul bordo del gradino fino a salire. Fece lo stesso con gli altri due e si accasciò sul pavimento in legno della veranda.
Biologicissimi gradini…
Rumore di passi dietro la porta. «Torno fra poco, Tesorucciopuccio. Aspetta qui la mammina da bravo, eh?»
Scarti arrugginiti in olio nero! Unodue Si rialzò e corse verso il portaombrelli vicino alla porta. La maniglia si abbassò. Scarti! La porta si aprì, il portaombrelli si fece più vicino. [Un po’ troppo pesante] Scarti, scarti e ancora scarti! Unodue Fece un balzo e atterrò dietro al portaombrelli in un coro di gemiti metallici. L’umana uscì di casa e si chiuse la porta alle spalle. Non l’aveva sentito, bene. [“L’umana uscì di casa, si chiuse la porta alle spalle e scese i gradini” così è ovvio che non ha sentito Unodue]
La biologica umana percorse il sentiero fino al cancello, lo aprì e se ne andò. Per il Nucleo, quanto aveva bisogno dell’upgrade per sospirare.
Unodue uscì [sgusciò via? Tanto per non ripetere il verbo uscire che è già usato poco prima e non è molto specifico] dal nascondiglio e si avvicinò alla finestrella per gatti. Con uno scatto del polso accese la motosega. Troppo, troppo lucida! La spense con un altro scatto [Questa manovra di accendere e spegnere non è chiara, è solo per farsi bello? per provare se la motosega funziona?] e. Si gettò contro la finestrella, che si aprì verso l’interno e sbatté alle spalle quando atterrò sul pavimento di casa.
Portò l’indice della mano sinistra al pulsante sul polso. «Sono dentro.» Tolse il dito. Portò [Sollevò?] l’avambraccio davanti agli obiettivi. Il radar, il radar, il radar… eccolo. Prolungò l’indice fino all’incavo del gomito e premette il pulsante del radaracciaio. Le due parabole emersero dal cranio e si misero a ruotare su sé stesse.
Ridusse l’indice alle dimensioni originarie. Unodue Chiuse gli obiettivi e si concentrò sui segnali del radar. [magari, se hai qualche idea, puoi “mostrare” la concentrazione: per esempio scrivendo che sparisce l’immagine della stanza e rimane solo il profilo fosforescente degli oggetti metallici. Il che è banale, ma forse ti viene in mente di meglio sulla stessa falsa riga.]
Un calorifero arrugginito più avanti [magari si può essere più specifici: nel corridoio dell’anticamera, contro la parete sotto la finestra, ecc.], delle biologiche chiavi sul tavolo della stanza adiacente [del soggiorno?], un inutile vaso di latta nell’altra, un cellulare vicino a… un cellulare! Riaprì gli obiettivi e percorse il corridoio fino alla seconda porta a sinistra. Fece partire la catena dentata della motosega e si aprì un foro nella porta, spense la motosega ed entrò.
[Se prima, quando Unodue accendeva e spegneva la motosega, era solo per esaltarsi, puoi toglierlo da quel punto e metterlo qui: “Fece partire la catena della motosega. I denti azzannarono il legno in un turbine di schegge che gli colpirono il volto. Squarciò un angolo della porta. Entrò nella stanza; la motosega ancora accesa, la vibrazione che lo cullava. La spense con uno scatto. Troppo, troppo lucida!”]
Una camera da letto. Gli umani dimenticavano sempre lì i cellulari. Chissà perché. Doveva essere per il fatto di dormire sdraiati su quei macretassi, matebassi, mare… olio nero, come scarti si chiamavano? Comunque non dovevano far bene al loro cervello biologico.
Unodue Prolungò l’indice sinistro fino all’upgrade dell’arpionatore. La motosega si ridusse e rientrò nel braccio, da cui uscì la testa di un dell’arpione. Unodue Si appoggiò al pavimento con un ginocchio e puntò l’arpione al comodino accanto al letto. Ruotò la manopola sinistra per zoomare sul bersaglio. Comodino di legno [magari puoi mettere il tipo di legno, visto che il dettaglio ha importanza per il protagonista in questo momento? “Comodino di compensato”], bene. Facile da penetrare.
L’arpione schizzò fino al comodino e lo infilzò, collegandolo al braccio con una corda d’acciaio. [È bruttino, forse è meglio: “L’arpione schizzò fino al comodino e lo infilzò. La corda (filo) di acciaio legata dietro l’arpione si srotolò.”] Unodue premette il tasto di riavvolgimento sul polso. Il braccio tirò la corda facendolo volare sino all’arpione. [Unodue premette il tasto sul braccio: con uno strattone la corda si riavvolse e lui volò fino all’arpione/comodino]
Si aggrappò con la mano sinistra al bordo e tirò via l’arpione. S’issò [si issò] sul comodino. Vicino [magari “accanto”, dato che usi di nuovo vicino poco dopo] alla sveglia c’era il cellulare. Lucidissimo! Uno di quelli ultimo modello. Al Nucleo sarebbe piaciuto parecchio.
Unodue Premette il pulsante del risucchiacciaio. L’arpione rientrò e uscì un imbuto. Unodue Si avvicinò al cellulare e azionò l’aspiratore. L’apparecchio umano volò sino all’imbuto, ci sbatté contro e si ridusse di volume fino a venire ingoiato. [Il telefono volò all’imbuto, sbatté contro le pareti e si rimpicciolì fino a venire ingoiato] Unodue Premette il tasto [disattivò – lo so che è più mostrato il gesto di premere il pulsante, ma l’hai ripetuto tante volte e diventa noioso] del risucchiacciaio, tornò ad avere due mani.
Uscì dalla stanza e seguì le indicazioni del radaracciaio: risucchiò un il forno a microonde, due computer, un il televisore, un nintendo ds, un lettore ebook e un tostapane. [Com’è che quella che sembra una tranquilla signora ha in casa tutta questa roba elettronica? ^_^]
Aspirò un iPod sperduto [abbandonato?] in mezzo ai cuscini del divano e sostituì il risucchiacciaio con la mano. Il polso gli formicolò. «3278… cioè, Unodue, hai finito?»
Premette il pulsante. «Quasi, Chip. Le direttive parlavano di una playstation 3.» Si guardò intorno, il radaracciaio segnalò solo due monete sotto al tappeto del salotto. «Sarà ora che cambi il radar, comincia a perdere colpi.» Lasciò il pulsante.
Risate dal ricevitore. «Non è il radar, è il tuo sistema centrale.»
Premette il pulsante. «Scherza pure, Chip, sappi che-» Su di un ripiano del mobile dove aveva risucchiato un televisore c’era la playstation 3. «Obiettivo localizzato. Chiudo.»
[Questo scambio di battute ci sta, nel senso che data la situazione potrebbe essere realistico. Però lascia anche un po’ il tempo che trova, non c’è conflitto, ne è fornita un’informazione – l’importanza di prendere la PS3 – di particolare utilità. Magari puoi provare a rendere Chip più petulante/aggressivo. Invece di chiedere se Unodue ha finto potrebbe chiedergli se non ha di nuovo dimenticato di prendere la PS3.]
Saltò giù dal divano e atterrò sul tappeto cigolando. Corse sino [non te li cambio, ma fino è più di uso comune] al mobile, installò l’arpione e puntò al ripiano prescelto. Volò sino alla playstation 3, sostituì l’arpione con il risucchiacciaio e aspirò il bersaglio. Direttive eseguite.
Saltò giù dal mobile, alzò lo sguardo sulla porta aperta conducente [che conduceva] al corridoio. Un ringhio alle spalle. Unodue Si pietrificò, [si immobilizzò? “pietrificare” è troppo biologico] ruotò la testa di 180 gradi. Due fessure nere lo squadrarono da due occhi gialli, circondati da una cascata di peli. Sotto le fauci spalancate, sul petto, pendeva una targhetta dorata con inciso Tesorucciopuccio. [“Due pupille verticali nere lo squadrarono. La bestia lo fissava con occhi gialli, le fauci spalancate. Dal collo pendeva una targhetta dorata con inciso Tesorucciopuccio.”]
Scarti, arrugginiti, in olio, nero.
Il gatto gli soffiò contro. Unodue premette l’upgrade del segamotore e fece partire la catena dentata. Il rombo della motosega echeggiò nel salotto. «Coraggio, fatti ammazzare.»
Il gatto gli balzò addosso, le zanne snudate. Unodue scartò a destra, afferrò un ciuffo di peli e s’issò [si issò] sulla schiena della bestia. Gli afferrò un orecchio e calò la motosega. Il gatto si dimenò, facendolo cadere a terra.
Unodue Fece leva sul gomito per alzarsi, ma quella bestiaccia biologica gli saltò sopra, bloccando con una zampa il braccio della motosega. Per il Nucleo, quanto pesava! Le zanne si chiusero sulla testa, strinsero l’acciaio. [“Le fauci del gatto si chiusero sulla testa di Unodue, le zanne stridettero sull’acciaio.”] Una pioggia di bava [Metterei solo bava, o al massimo schizzi di bava] gli appannò gli obiettivi. Razza di scarto biologico!
Allungò la mano sinistra nella bocca del gatto, gli afferrò la lingua e gliel’avvitò. [questa mossa è un po’ improbabile, perché se il gatto tiene le zanne a contatto con la testa di Unodue, non c’è spazio per infilare la mano, senza contare il rischio che la bestia gli stacchi l’arto.] La bestiaccia mollò la presa e scattò indietro. Unodue si rialzò, passò la mano sugli obiettivi bagnati. «Biologico gattaccio! Sai quanto mi ci vorrà per togliere tutti i residui organici della tua bava dalla-»
La bestia gli saltò addosso. Unodue le balzò sulla testa e si lanciò verso la coda. «In nome del Nucleo!» La motosega ne passò da parte a parte la punta [la farei più semplice: “La motosega tranciò la punta della coda”], spruzzando sangue ovunque. Unodue Atterrò sul tappeto ad un [l’attuale convenzione è di mettere la d eufonica solo se la vocale è la stessa: “ed Enrico”; ma se è diversa la si toglie: “a un passo”, “e i gatti”, “o il pasto”, ecc. unica eccezione: “ad esempio.”] passo dal pezzetto di coda, che grondava sangue sul tappeto. [dubito che il pezzetto tagliato grondi sangue] Il gatto strillò un miagolio dietro di lui.
Unodue si voltò. «Ti è bastato? Oppure ne vuoi-» Le zanne del gatto gli si chiusero sul braccio destro, ne piegarono il metallo. Unodue Gridò. «Biologica bestiaccia!» Prese a pugni la testa del gatto con la mano sinistra. «Lasciami andare! Lasciami!»
[Il gatto è persistente in maniera inverosimile. Può andare bene se dai un taglio molto ironico al racconto, adesso non credo sia ironico abbastanza.]
Il polso destro formicolò. «32784+, sai che giorno è oggi?» [ma Unodue sente anche se il braccio è in bocca al gatto?]
Unodue sbarrò gli obiettivi, il gatto aumentò la presa. Gemette. Prolungò il dito sino al pulsante del motosegatore. La motosega rientrò nel braccio. Schiacciò con l’indice destro il tasto sul polso.[tutte queste manovre rallentano troppo il ritmo in questo punto] «Skeda? Sei tu?» Afferrò i baffi della bestia con la sinistra, tirò. Il gatto ringhiò e continuò a stringere.
«Oggi è il nostro anniversario, 327! E tu, anziché portarmi a cena al Piatto d’Ottone come promesso, sei al lavoro, come al tuo solito!»
Unodue Strappò un baffo con la mano sinistra, premette il pulsante con l’indice destro. «Cara, credimi, adesso non è proprio il momento per-» Il gatto lo sollevò in aria e lo scrollò. Avrebbe vomitato, ne era certo, il rame non sarebbe rimasto nello stomaco ancora a lungo.
Il dito gli si staccò dal pulsante. «Per te non è mai il momento, Unodue! Sempre al lavoro, sempre a caccia per il Nucleo. Esisto anch’io, lo sai?»
Unodue ruggì, strappò un altro baffo, allungò un braccio sino all’orecchio e vi si appese. Sferrò un calcio alla mascella del gatto, che lo scrollò di nuovo. Allungò il dito verso il polso. La bestia gli diede una scrollata e lo sbatté a terra.
Il polso formicolò. «Non rispondi nemmeno, signor 32784+? Bene! Allora sappi che quando tornerai a Sputnikia mi troverai da mia madre!»
Unodue si rialzò, il gatto gli balzò addosso e lo piantò al suolo. Le zanne si chiusero attorno alla testa. «Mi hai stancato, biologico gattaccio!» Prolungò l’indice sinistro fino al pulsante del segamotore, azionò la catena dentellata e afferrò con la mano sinistra una zanna. Premette la motosega sul dente, sprigionando uno spruzzo di scintille. La catena lo passò da parte a parte. Il gatto lasciò la presa miagolando, si scansò e fuggì sotto al divano.
[Mah! Sembra strano che il gatto si arrenda adesso mentre ha ignorato la coda mozzata. Inoltre un buon principio è fare sì che il protagonista si trovi sempre più in difficoltà, solo alla fine c’è il (possibile) trionfo. Io farei che il gatto gli porta via il braccio e Unodue deve scappare.]

Unodue si rialzò cigolando. Sostituì la motosega con la mano. «E non farti più vedere!» Per il Nucleo quanto avrebbe voluto sospirare.
Il polso formicolò. «Unodue? Unodue mi senti?»
Premette il pulsante. «Ti sento, Chip. Che scarti ci faceva Skeda lì?» Lasciò il polso.
«Non sono riuscita a fermarla, mi dispiace. Sai com’è quando è alterata…»
Unodue Chiuse gli obiettivi e si portò una mano alla testa. Lo sapeva eccome.
«Unodue, se hai finito posso far partire la centrifuconnessione.»
Portò il dito al polso. «Attendi un istante, Chip.» Si guardò attorno. «Lasciami il tempo di riprendermi da-» Rimase a bocca aperta. Un mastino lo fissava dalla porta aperta del salotto. Le zanne snudate grondanti di bava. «Olio nero di quello scarto arrugginito che il Nucleo non ha voluto indietro neanche a pagarlo mille rotelle! Fai partire quell’arnese Chip!» Il mastino lo caricò latrando. Unodue si voltò e si mise a correre. «Fai partire la centrifuga! Falla partire!» Lasciò il pulsante sul polso, saltò e premette quello del ruotatore. I piedi si unirono in volo nella sfera. Atterrò sul tappeto e schizzò verso la parete opposta. Le zanne del mastino schioccarono alle spalle.
«Unodue! L’ho azionata, resisti solo due minuti!»
Unodue si fermò e schizzò in retromarcia, si abbassò [chinò?] per scansare le zanne e passò fra le zampe del cane. Premette il pulsante. [Questo lo lascio perché così si capisce che sta parlando a Chip e non imprecando tra sé.] «Non li ho due arrugginitissimi minuti! Ho qui un bestione capace di ridurmi a un ammasso di scarti con un morso solo!»
Si voltò e schizzò verso la porta. Il mastino abbaiò dietro di lui, le falcate fecero tremare il pavimento. Unodue sostituì la motosega con la mano e la congiunse alla sinistra. [Non è chiaro cosa volesse fare Unodue con questa manovra] «Grande Nucleo, giuro che non pronuncerò più il tuo nome invano se-» Una La zampata lo investì al fianco sinistro e lo fece volare contro la parete. Cadde a terra sferragliando.
Unodue Si rimise diritto sulla sfera, ciondolante. Il cane gli camminò incontro, gli occhi fissi su di lui. «Vuoi la guerra, biologico scarto arrugginito?» Portò l’avambraccio sinistro davanti agli obiettivi. Scorse col dito la fila di pulsanti fino a trovare quello giusto. «Adesso ti faccio vedere io!» Premette il pulsante. [Scorse con il dito la fila dei pulsanti. «Adesso ti faccio vedere io!» Premette il pulsante con il simbolo del cannone/chiodo/pistola.] La mano destra rientrò nel braccio e il cannone sparachiodi, lungo quanto lui, emerse dal polso.
Sostituì la sfera con i piedi, poggiò a terra un ginocchio e resse [sostenne?] la parte inferiore della canna con la mano. La zampa anteriore destra del cane entrò nel mirino. «Ora assaggerai la furia ingegnosa di uno Sputnik Cacciacciaio!» Il cannone sparò, spingendolo indietro per il rinculo. [“Il cannone sparò, il rinculo sbalzò/scagliò Unodue contro la parete”] Il mastino spiccò un balzo e il chiodo schizzò sotto di lui. «Scarti!» [Mi sembrano riflessi improbabili per il cane, secondo me è più semplice e realistico far sbagliare mira a Unodue: il proiettile sfiora i peli della zampa dell’animale e si conficca innocuo nella poltrona, o qualcosa del genere.]
Il cane gli atterrò davanti e lo strinse fra le zanne. Unodue sostituì il cannone con la mano e afferrò due zanne superiori. Spinse i piedi contro quelle inferiori, l’acciaio degli arti gemette per lo sforzo di tenere aperta la bocca della bestia. [Uhm, se il cane ha già stretto mi sembra difficile, fai che il cane sta per chiudere le zanne su Unodue, a questo punto lui gli afferra i denti.] Cascate di bava lo inondarono colando dalle gengive.
Senza mollare la presa, Unodue prolungò un dito fino al pulsante del polso. «Chip! Per la grande Sputnikia, quanto olio nero ci metti?» Le braccia cigolarono, i gomiti tremanti si piegarono.
«Resisti ancora un po’, ci siamo quasi!»
Le zanne spinsero sulla parte piatta dei piedi, le gambe si piegarono. «Che il Nucleo mi aiuti!» Il mastino ringhiò, la bava gli ricoprì gli obiettivi, penetrò nelle giunture. Le zanne fra le mani ad un dito dalla testa. Unodue Premette il pulsante. «Chip!» Lo lasciò.
«Ecco, centrifuconnessione ultimata. Centrifuga azionata!»
Le parabole radar sulla testa rientrarono nel cranio. L’aura di luce blu lo circondò. «Ci vediamo, biologico cagnaccio!» Scosse elettriche percorsero il corpo d’acciaio. Il mastino mollò la presa uggiolando. Unodue restò a mezz’aria e prese a vorticare.
Il salotto si fece indistinto. Il cane si dissolse, il mobile dove stava la playstation 3 svanì, il divano scomparve, Tesorucciopuccio si smaterializzò e il rame nello stomaco parve avere tutta l’intenzione di tornare su. Unodue Chiuse [serrò?] gli obiettivi.

«Bentornato Unodue.»
Unodue aprì gli obiettivi, sbatté le palpebre e uscì dalla capsula di vetro. Si mise in ginocchio e appoggiò la fronte sul pavimento della camera di centrifugazione. «Sputnikia dolce Sputnikia...» Vomitò. Grumi di rame galleggiarono in un lago d’olio. [Non è chiaro se si chini volontariamente o se stia male, forse è meglio farlo stare male: “cadde in ginocchio” e “picchiò la fronte”]
«Per il Nucleo, Unodue, un’altra volta no!» Chip si alzò dalla postazione di controllo dietro il banco di trasferimento e lo raggiunse. [Se il protagonista è prostrato non segue le mosse di Chip, io farei con Chip che già “incombe” su Unodue.] (Nota di Cercavoce: Merda! Che errore del cazzo!)

Unodue gli afferrò il braccio e si tirò in piedi. Tenne premuta la mano sullo sportello della pancia. «Scusa.» Sbatté le palpebre. «Temo avessi ragione, non ho più sette anni.»
Chip annuì. La mascella d’acciaio più larga della testa si aprì. «Ehm, io temo invece che tua moglie ti aspetti a casa.»
Unodue si passò una mano sulla faccia. «Vorrai dire da sua madre.» Si scansò da Chip e si diresse al cubo trasferitore vicino alla postazione di controllo. Portò l’avambraccio coi pulsanti davanti agli obiettivi. Premette il risucchiacciaio.
«Beh, che ti aspettavi? Ti sei scordato del vostro anniversario.»
Unodue lo fissò di sottecchi.
Chip si grattò la nuca. «Scusa…»
[Anche questo scambio non genera molta tensione. Magari qui Unodue potrebbe chiedere a Chip come è mai è così ben informato sul suo anniversario. Un pizzico di gelosia per creare conflitto.]
«Lascia perdere.» Unodue Infilò l’imbuto nel cubo trasferitore, che risucchiò il bottino in un clangore d’ingranaggi. Sullo schermo al di sopra del cubo apparvero il cellulare, il forno a microonde, i due computer, il televisore, il nintendo ds, il lettore ebook, il tostapane, l’iPod e la playstation 3.
La luce rossa dell’altoparlante a lato del cubo si accese. «Raccolta terminata. Trasferimento al Nucleo in corso. Grazie Cacciacciaio Unodue numero 32784+»
Unodue Si voltò.
Chip scosse la testa. «Mi sa che dovrai inventarti qualcosa di veramente speciale per farti perdonare, questa volta.»
Unodue lo fissò. «Chip...»
«Sì?»
«Quante rotelle costa l’upgrade per sospirare?»



Ho un commento da fare adesso

PORCA. TROIA. :ph34r:



Poi passa a commentare il testo nell'insieme. Non lo metto in rosso perché è lungo e il rosso darebbe fastidio agli occhi.



[Ci sono molte note, ma come già detto all’inizio sono quasi tutte piccolezze o questioni di gusto. Dal punto di vista stilistico sei sulla buona strada. Magari in alcuni punti potevi inserire più descrizioni multisensoriali – per esempio come percepisce gli odori Unodue? – ma dato che è un racconto, per sua natura di lunghezza limitata, anche così va bene.
Invece la trama mi convince di meno. Il ritmo è troppo lento per un racconto di questa lunghezza, è un ritmo che andrebbe bene per l’incipit di un romanzo, ma per un racconto dovrebbe essere più veloce. Quasi quasi comincerei con l’aggressione del gatto, farei ritirare Unodue in un angolo e attraverso i suoi pensieri si ricostruisce – brevemente – l’antefatto.
Inoltre perché il lettore si affezioni alle sorti del protagonista, deve sapere quali sono i premi e le punizioni: cosa succede se Unodue non porta a termine la raccolta dell’acciaio? Perché deve farla? Perché si è introdotto in una casa più o meno qualunque invece che nel magazzino di un negozio di elettronica? Ovviamente non chiedo “spiegoni”, ma le motivazioni del personaggio dovrebbero essere più esplicite. Magari ha bisogno dell’acciaio per fare un regalo adeguato alla moglie, e ironicamente questo suo desiderio gli si ritorce contro visto che è così preso da dimenticarsi il giorno dell’anniversario. È un’ipotesi per legare più strettamente assieme gli elementi del racconto.
Oppure puoi puntare di più sull’ironia: togliere o limitare Chip e fare interrompere le azioni del protagonista da sfuriate della moglie che non si renderà mai conto come lui stia rischiando la pelle.
Unodue è simpatico e lo si segue abbastanza volentieri, ma alla fine si rimane un po’ delusi: è più una sequenza lineare di azioni che una trama nel senso di intreccio. Niente di male se la storia proseguisse, ma visto che si tronca così rimane l’amaro in bocca.]



Bene. Finito. Prima di dire altro, vi voglio avvertire che mi ha corretto in questo modo così minuzioso perché ha lavorato in ritardo, e per farsi perdonare mi ha fatto quasi un lavoro di editing (per correzioni del genere avrei aspettato anche un mese :ph34r: ).


Ci sono diverse cose che mi hanno stupito, prima fra tutte la ripetizione del nome di Unodue. Io pensavo che si dovesse omettere, e invece... :blink:
Comunque, secondo me, anche se è trasparente, dopo un po' rompe, alcune volte sarebbe stato più semplice togliere il nome e basta. :huh:
Alcune cose, inoltre, mi son sembrate un po' strane. Poche, ma alcune credo stiano meglio come ho scritto io. Ma in confronto alle altre sono talmente poche che non riesco a contarle.

Mi è piaciuto molto il fatto che abbia trattato l'articolo determinativo, era un pensiero che mi aveva colpito qualche tempo fa ma non ne avevo la certezza. Devo dire, però, che nell'esempio della zampata, visto che lui non se l'aspetta, ci vedo meglio "una" e non "la", altrimenti mi sa di introduzione del narratore.

Boh :huh:


Ho chiesto, inoltre, a proposito del "salto di telecamera" (Reika fai ciao con la manina), così vi saprò dire meglio al riguardo. Che dire, ho ancora molto da imparare e da studiare, cercherò di fare del mio meglio.



Ciò vi dimostra quanto il capitano sia tutt'altro che un esperto <_< -_- :D



EDIT del 4 Dicembre

Vi riporto qui lo scambio di mail fra me e Gamberetta a proposito dei miei dubbi. C'è anche la sua risposta per il "salto di telecamera", che a quanto pare non sono un problema come invece credevo (Reika, sei salva :D)

Ciò però, immagino, si riferisce ad una penetrazione leggera. Se volete mantenere la telecamera profondamente fissata nella testa del Pov, non vi conviene. Scelta vostra ^_^



La Mia Mail di Risposta alla sua Valutazione


Quindi, vediamo se ho
afferrato il concetto:

- Ritmo più veloce perché è un racconto breve
- Ci vuole maggiore consequenzialità degli eventi, altrimenti sembrano slegati gli uni dagli altri
- Devo essere più specifico (articoli determinativi) MA evitare ripetizioni di gesti. (Come lo schiacciare il pulsante sul polso).
- Devo trovare ancor più conflitto (diamine, lì mi ci ero anche messo d'impegno!)
- Si devono mettere in gioco, per far coinvolgere il lettore, gli accadimenti possibili in caso di fallimento e/o di successo (perché caccia ordigni elettronici? Che succede se non riesce a portare a termine il suo compito?)

Ho due domande da farti: la prima è che, fra tutti i consigli che mi hai dato, non ho capito (anzi, non so) cos'è un "Rant" (a proposito di infruttuoso, hai detto che è un termine troppo ricercato, ma non so cosa sia un rant :( )

La seconda riguarda il Pov.

Mi sono chiesto più volte se, con una telecamera più leggera di quella utilizzata in questo racconto, sia possibile "mostrare il personaggio da fuori".

Ad esempio:

Unodue avanzò fra l'erba. Gli obiettivi si muovevano a scatti in ogni direzione.


Ok, è una brutta frase, ma è la prima che mi è venuta in mente. La telecamera in questo modo fa un balzo dalla spalla del personaggio per inquadrarlo di fronte. Sarebbe corretto? Perché non mi è semplice descriverlo senza fare questa scelta e l'unico modo diretto per farlo che mi viene in mente è quel maledettissimo cliché dello specchio.


Ah, un'altra cosa. Hai presente quando deve selezionare l'upgrade dello sparachiodi? Ecco, lì, in effetti, ho riflettuto parecchio sul fatto che equivalesse ad un "barare" sul Pov, perché lui sa qual è il pulsante, però alla fine ho deciso di non specificarlo per mostrare solo dopo lo sparachiodi. Insomma, cogliere un po' di sorpresa... o tentare di farlo se non altro... è per forza scorretto?
Oppure è fattibile?


Ah, riguardo a biologico riferito ad oggetti in organici come Chiavi e Rotelle, è vero, ma gli Sputnik danno del biologico o dell'arrugginito a qualsiasi cosa per dire "fottuto", indistintamente. La domanda è: se in un racconto breve non va bene (immagino che non sia corretto, visto che non si ha il tempo di "entrare nella visione sputnik"), in un romanzo potrebbe andar bene?

Quando l'ho scritto ho pensato ai termini "manine" e "testolina" di Assault Fairies, e non mi era sembrato scorretto.


In ogni caso, ti ringrazio molto. Mi hai dato parecchi spunti su cui riflettere. :)



Risposta di Gamberetta

CITAZIONE
- Si devono mettere in gioco, per far
coinvolgere il lettore, gli accadimenti possibili in caso di fallimento
e/o di successo (perché caccia ordigni elettronici? Che succede se non
riesce a portare a termine il suo compito?)

Sì. Che poi il coinvolgimento del lettore è naturale se il personaggio è coinvolto: se per Unodue recuperare la PS3 in quella casa è lavoro di routine è un conto, se è questione di vita o di morte è un altro.

CITAZIONE
Ho due domande da farti:
la prima è che, fra tutti i consigli che mi hai dato, non ho capito
(anzi, non so) cos'è un "Rant" (a proposito di infruttuoso, hai detto
che è un termine troppo ricercato, ma non so cosa sia un rant :( )

È un termine che si usa su Internet quando una persona comincia a lamentarsi, imprecare, ecc. Come quando sei alla fermata dell’autobus e non passa dopo mezzora che aspetti, allora cominci a maledire il freddo, bestemmi, te la prendi con tutti gli autisti di autobus del mondo, ecc. Questo tipo di sfogo è un “rant”.

CITAZIONE
Ok, è una brutta frase, ma è la prima che mi è venuta in
mente. La telecamera in questo modo fa un balzo dalla spalla del
personaggio per inquadrarlo di fronte. Sarebbe corretto?

Sì. In terza persona questo tipo di spostamenti della telecamera non danno fastidio. Prendi per esempio verso la fine quando il cane gli dà la zampata: lì hai allontanato la telecamera per inquadrare la zampa, perché altrimenti avresti solo dovuto dire che Unodue sente un colpo al fianco. Ma secondo me hai fatto bene: così come hai messo è più chiaro e dato che sei in terza persona non fai storcere il naso a nessuno.

CITAZIONE
Ah, un'altra cosa. Hai presente quando deve selezionare
l'upgrade dello sparachiodi? Ecco, lì, in effetti, ho riflettuto
parecchio sul fatto che equivalesse ad un "barare" sul Pov, perché lui
sa qual è il pulsante, però alla fine ho deciso di non specificarlo per
mostrare solo dopo lo sparachiodi. Insomma, cogliere un po' di
sorpresa... o tentare di farlo se non altro...
è per forza scorretto?
Oppure è fattibile?

È una cattiva idea: se scrivi con la telecamera così vicina puoi sorprendere il lettore solo se anche il personaggio è sorpreso, altrimenti suona artefatto. Comunque in quel punto il problema era che c’erano due pezzi pleonastici: “[...] fino a trovare quello giusto” (ovvio che scorri fino a trovare il pulsante giusto), “Premette il pulsante” (direi di sì visto che l’hai appena scelto). Ti ho proposto un’alternativa più stringata e scorrevole, a mio parere.

CITAZIONE
Ah, riguardo a biologico riferito ad oggetti in
organici come Chiavi e Rotelle, è vero, ma gli Sputnik danno del
biologico o dell'arrugginito a qualsiasi cosa per dire "fottuto",
indistintamente. La domanda è: se in un racconto breve non va bene
(immagino che non sia corretto, visto che non si ha il tempo di
"entrare nella visione sputnik"), in un romanzo potrebbe andar bene?

Credo di sì. All’inizio non è del tutto chiaro che sia un’imprecazione e fa strano vedere il termine “biologico” associato a materiali che non lo sono, ma penso che dopo un po’ il lettore si abituerebbe.

Fine Mail


Bene, e con questo mi son tolto un bel po' di dubbi, e spero ve li siate tolti anche voi. :cannon: Reika, ho chiesto a proposito del "sorprendere il lettore" senza indicare il tasto dell'upgrade anche perché tu l'hai fatto due volte. La prima in "Clelia", quando non usi il termine Bambola immediatamente, e la seconda nel racconto del Contest, con la Piuma Nera.

Se non altro, ora sappiamo che il salto di telecamera non è così sbagliato come credevo ^_^ Ti chiedo scusa, pertanto, per la correzione.

Edited by Cercavoce - 4/12/2011, 13:12
 
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hellbent
view post Posted on 2/12/2011, 22:41




bene, ci aspetta una lunga e tortuosa strada; giuro che se vedo un altro libro della Troisi sugli scaffali delle librerie le incendio.
 
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Cercavoce
view post Posted on 2/12/2011, 22:49




Ahahahahahahah :lol:

Guarda, la Troisi, purtroppo, è la meno peggio fra scrittori e scrittrici fantasy italiani, a livello tecnico. Ci sono certe cose che... santo cielo... io non riuscivo a crederci, davvero.

Leggi una di queste recensioni e ridi per non piangere. Ti consiglio Amon o Unika.

 
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Reika
view post Posted on 3/12/2011, 09:09




Reika fa ciao con la manina ^_^

Caspita :blink: Ma quante correzioni!! Non l'avrei mai detto! A me sembrava andasse quasi tutto bene nel tuo racconto Cap! <_<
Ne abbiamo di strada da fare!!!
 
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hellbent
view post Posted on 3/12/2011, 14:23




Buaaaaaaaaaaah! Che roba è??? Sto leggendo prewiev + recensioni di Amon! Non voglio crederci!!!
 
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Reika
view post Posted on 3/12/2011, 14:25




Hellbent, anche io lo sto leggendo :D
 
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zweilawyer
view post Posted on 3/12/2011, 21:37




Fate bene, miei cari, leggete e inorridite.
 
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Cercavoce
view post Posted on 3/12/2011, 23:15




Grazie Zwei... -_-

Ah ma parlavi di Amon, non della valutazione di Gamberetta.
 
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hellbent
view post Posted on 4/12/2011, 00:04




vabbè boss, pensa a noi .. se tu ti butti via così noi non passiamo dal via xD
 
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Cercavoce
view post Posted on 4/12/2011, 00:16




Non mi butto mica giù io :D
 
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Cercavoce
view post Posted on 4/12/2011, 13:17




Mi ha risposto Gamberetta, leggete e imparate :B):
 
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Reika
view post Posted on 4/12/2011, 13:52




Ok, quindi per il pov si puo' continuare a scrivere: "gli occhi caddero a terra" et similia, giusto?

Per quanto riguarda i due casi della bambola e della Piuma Nera, quindi, Gamberetta pensa che sia una cattiva idea? A me piace l'effetto che produce. Anche nel tuo racconto non l'ho trovato fastidioso. -_-
 
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hellbent
view post Posted on 4/12/2011, 14:24




hm, penetrazione leggera FTW allora
 
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Cercavoce
view post Posted on 4/12/2011, 14:56




CITAZIONE
Per quanto riguarda i due casi della bambola e della Piuma Nera, quindi, Gamberetta pensa che sia una cattiva idea? A me piace l'effetto che produce. Anche nel tuo racconto non l'ho trovato fastidioso.

Il problema è il pov. Se il pov è piuttosto profondo non sta bene. A dire il vero, anche con uno leggero è rischioso, però più volte si è detto che le tecniche non sono che strumenti e che per ottenere un certo effetto è possibile infrangerne le regole.

(Con voce profonda) Solo su di noi cade questa gravosa scelta...


CITAZIONE
hm, penetrazione leggera FTW allora

Cosa vuol dire FTW?
 
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Storyteller
view post Posted on 4/12/2011, 15:19




@ Cercavoce
"FTW" --> "For the win", è un'esclamazione che si riferisce a un qualcosa di particolarmente fiko o spakkoso. O qualcosa del genere ^_^
E' il contrario di "WTF"

Comunque il commento era stra-dettagliato e ci sono delle correzioni che mai mi ero immaginato potessero essere fatte. :ph34r:
Direi che è la dimostrazione che non si finisce mai di imparare e che bisogna sempre scavare a fondo nei concetti di una Tecnica Narrativa e applicarla il più possibile, per vedere come la si può usare in occasioni diverse.
Faticoso, però interessante ^_^
 
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18 replies since 2/12/2011, 21:55   681 views
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