Mary Foster

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Reika
view post Posted on 2/7/2012, 15:46




Mary guardò fuori dal finestrino della carrozza, che sobbalzava sulla strada dissestata.
<< Sei nervosa?>> Nathan le pose una mano sulla spalla e la massaggiò.
<< Tornare lì mi angoscia.>> Abbassò lo sguardo e strinse la pochette in velluto color paglierino.
Nathan sorrise da dietro i baffi. << Oh, non stare in pena. Si tratterà solo di qualche giorno. Andrà tutto bene.>>
Mary accennò un sorriso e appoggiò la testa contro la seta rossa che foderava la carrozza. Un boccolo dorato sfuggì dal fermacapelli e le accarezzò la guancia.
Quando sarò grande diventerò un’attrice di teatro. Come Elizabeth Gullens. Oh sì, diventerò brava come lei.
Mary si mordicchiò il labbro inferiore e picchiettò le dita contro il sedile. Lo scalpiccio degli zoccoli cessò e la carrozza si fermò davanti al cancello in ferro battuto. Il cocchiere aprì la portiera e le porse la mano per aiutarla a scendere. Una cascata di braccia la travolse e la costrinse ad agguantarsi allo sportello per non barcollare.
<< Missis Mary, finalmente!>> Corinne emise uno squittio acuto e saltellò sul posto come un’anatra impazzita. << Quanto siete bella, lasciatevi guardare.>> Le prese la mano e la squadrò dalla testa ai piedi.
<< Ci siete mancata tanto!>> Felicia le si gettò al collo e la abbracciò così forte da mozzarle il fiato.
<< Salve Ispettore Foster. Come state? Com’è andato il viaggio?>> Corinne s’inchinò davanti a Nathan in una riverenza. I lembi della cuffietta ondeggiarono al vento, scoprendo i riccioli grigi.
<< Santi Numi, Corinne! Quante volte vi devo ripetere di chiamarmi Nathan?>> Nathan assottigliò le labbra in un sorriso e le fece il baciamano. << E'andato piuttosto bene, grazie.>>
Mary si lisciò le pieghe della gonna con il dorso della mano e si sistemò il cappello. << Che gioia rivedervi, mie care! Siete sempre le stesse!>> Accarezzò il volto paffuto e roseo di Corinne e diede un pizzicotto sulla guancia di Felicia.
Il cocchiere si sollevò sulla punta dei piedi e slacciò le valigie dal tettuccio della carrozza. Diede due colpetti di tosse e lanciò un’occhiataccia a Nathan, in attesa della mancia.
Mary si voltò verso la villa, che troneggiava in mezzo alla radura. Tutto era identico a come lo aveva lasciato.
Gli steli delle gardenie ondeggiavano, cullati dal vento, e si aprivano al cielo. Le goccioline di rugiada brillavano come diamanti sotto i raggi del sole e i faggi aguzzi stormivano alla brezza primaverile.
Inspirò a pieni polmoni l’aria frizzante e chiuse gli occhi.
Corinne le cinse la vita con il braccio e la fece sobbalzare. << Vostra madre vi aspetta dentro insieme agli invitati.>> Le indicò l’ingresso con un cenno del capo. Le guance paffute contratte in un sorriso smagliante e gli occhi color nocciola, grandi come due palline da golf. Non era cambiata, Corinne. Non era cambiato niente.
Nathan congedò il cocchiere, afferrò le maniglie delle due valigie e le sollevò. << Vogliamo andare, mia cara?>>
Mary dispiegò le labbra in un sorriso e annuì.
Varcarono la soglia del cancello e da dietro la statua del putto bianco, accanto alla fontanella, fece capolino una cascata di boccoli neri.
<< Bentornata, cugina!>>
Mary si pietrificò. Il cuore perse un battito. << Cosa ci fa lei qui?>> bisbigliò, le labbra contratte in un sorriso finto.
Nathan le mise una mano sulla spalla. << Mantenete la calma.>>
Mary tirò un profondo respiro e sorrise. << Sono lieta di vederti, Emily, ti trovo in ottima forma.>>
Emily era diversa dall’ultima volta che l’aveva vista. Parte dei capelli corvini erano stretti sulla testa in un elegante chignon e il resto dei boccoli le lambiva le spalle. La scollatura dell’abito scarlatto le scopriva la curva del seno prosperoso, in cui si insinuava una preziosa gemma ambrata. Gli occhi, invece, erano sempre gli stessi. Gli occhi di una menzognera.
Nathan diede due colpetti di tosse per attirare l’attenzione su di se e sorrise.
<< Nathan! Che gioia rivederti!>> Emily gli offrì la mano. << Permettetemi di presentarvi mio marito.>> Si voltò e indicò un uomo sulla trentina che chiacchierava con Sir Richard e Lady Chester. I capelli crespi legati in un codino e un bicchiere di cognac in mano.
Emily agitò la mano per richiamare la sua attenzione. << Caro, ti voglio presentare mia cugina>>.
L’uomo inarcò un sopracciglio e distese le labbra in un sorriso. Si congedò da Sir Richard e si avvicinò a Mary con passo felpato. << Antoine Dumont. >> Le fece il baciamano senza staccarle gli occhi di dosso.<< Ho sentito molto parlare di voi, Mary, ma ignoravo la vostra bellezza.>>
Emily lo prese sottobraccio. << Antoine è un artista francese. Un pittore. Ci siamo conosciuti alla mostra di Parigi ed è stato amore a prima vista.>> Lo guardò con aria sognante. Voleva dare l’immagine di una mogliettina devota e angelica. Una donna senza peccato.
Antoine assottigliò lo sguardo e scrutò Nathan con un’espressione dubbiosa. << Suppongo che voi siate…>>
<< Nathan Foster. Ispettore di Scotland Yard.>> Lo precedette Nathan. << Ma sono qui in veste di marito di questa splendida donna.>> Abbassò il capo e baciò la fronte di Mary.
<< Siamo due uomini fortunati.>> Si lisciò i baffi e rivolse un sorriso d’intesa a Emily, appesa al suo braccio in completa venerazione.
Mary portò la mano alla bocca e soffocò una risata. Proprio una bella fortuna aver sposato Emily Barker.


<< Gradite un po’ di cabernet, Dumont?>> La madre di Mary accostò il collo della bottiglia al bicchiere di Antoine e rimase immobile, in attesa della risposta.
Antoine annuì e si lisciò i baffi. << Voi finirete per viziarmi, Milady.>> Aveva imparato l’inglese alla perfezione, ma non aveva perso quel fastidioso accento francese.
Mary si lasciò sprofondare sul divano, accanto al fuoco scoppiettante del camino, e addentò un crostino alla crema di formaggio. I crostini di Felicia erano sempre i migliori.
<< Dunque, Dumont. Mia figlia si è persa diverse cose durante questi anni di lontananza. Per esempio, non l’avete ancora deliziata con i vostri ragionamenti riguardo l’arte.>> La madre di Mary avvicinò la tazzina fumante alle labbra e sorseggiò il thè. Una nube di fumo si innalzò verso il candelabro tempestato di diamanti, e si insinuò tra i riccioli dorati e le piume immacolate dei putti dipinti sul soffitto.
<< Non vorrei tediarvi, Mary.>> Antoine la fissò. Le occhiaie nere contornavano gli occhi sporgenti e un ghigno si dipinse sul volto smunto e pallido.
<< Al contrario, Dumont.>> Mary si appiccicò un sorriso finto sulle labbra. << Ne sarei lieta.>>
Antoine prese il bicchiere tra il dito medio e l’anulare e lo avvicinò alla bocca. Sorseggiò il cabernet con un’espressione estasiata e deglutì. Il pomo d’Adamo sobbalzò. << Vedete, l’arte si riassume in una sola parola. Emozione. I colori, la tela, il pennello. Tutto è volto a emozionare sé stessi e gli altri. Non importa quanto realistico sia il dipinto o quanto perfette siano le forme. Quel che conta è far vibrare le corde dell’anima.>>
Mary inarcò un sopracciglio e sgranò gli occhi. << Oh, veramente affascinante.>> Le solite noiose baggianate degli artisti da quattro soldi.
<< Vi faccio un esempio.>> Antoine si alzò dal divano, oltrepassò l’arco e si diresse verso la parete color senape della sala da thè. Sollevò la mano e accarezzò il ritratto appeso sopra il pianoforte.
Mary si pietrificò.
<< Guardate questo dipinto. Il rosso dei capelli riprende il colore delle labbra. Notate il movimento ondulatorio e morbido del pennello in questo punto.>> Fece danzare le dita tra i riccioli ramati e seguì i contorni perfetti della bocca. << Ma ciò che più emoziona è il verde degli occhi. Lascia senza parole.>>
La madre di Mary abbassò lo sguardo e piegò gli angoli delle labbra verso il basso. Lady Chester le mise una mano sulla spalla e bisbigliò qualcosa sulla gloria del Signore e la beatitudine eterna. Antoine era incantato davanti al dipinto, con gli occhi sgranati e la bocca spalancata, come un babbeo. Gli artisti sapevano solo sguazzare nel loro mare di autocompiacimento, ma non erano in grado di intuire quando diventavano inopportuni. Pieni di sé e insensibili. Questo erano.
Antoine si lisciò i baffi con fare compiaciuto.<< Ho adorato questo quadro dal primo momento in cui ho fatto ingresso in questa casa, Milady. Se non sono troppo indiscreto, posso chiedervi chi è l’incantevole fanciulla del ritratto?>>
Mary si schiarì la voce. << Perché non lo chiedete alla vostra dolce metà?>>
La madre di Mary la fulminò con lo sguardo. << Mary, non è il caso di essere sgradevole con tua cugina.>>
Antoine aggrottò le sopracciglia e ridusse gli occhi a due fessure. << Temo di non capirvi, Mary.>>
<< Dico solo che vostra moglie sarebbe in grado di rispondere alla vostra domanda, Dumont. E non solo a questa, se mi permettete.>>Mary addentò un crostino al salmone e lo sgranocchiò con noncuranza. Gli occhi infuocati della madre le incenerirono la pelle come due carboni ardenti.
Nathan buttò fuori il fumo del sigaro e si schiarì la voce. << La fanciulla del dipinto è Rebecca Thousand.>>
Il silenzio calò tra i presenti. Solo il ticchettio dell’orologio a pendolo e due colpetti di tosse di Sir Richard.
Antoine sgranò gli occhi e portò la mano alla bocca.<< Oh, cielo.>> Lo sguardo fisso nel vuoto. << La sorella di Mary che si è tolta la vita gettandosi nel lago.>>
Lady Chester si nascose dietro il ventaglio e chiuse gli occhi. << Che il Signore misericordioso perdoni il suo gesto.>>
Antoine si avvicinò a Mary con un’espressione amareggiata. << Emily mi ha parlato spesso di Rebecca.>>
Mary balzò in piedi. << Ma davvero, Dumont? Sarebbe anche interessante conoscere la versione dei fatti che vi ha raccontato vostra moglie. Magari a voi è riuscita a dire la verità.>> Chiuse le mani a pugno. Il sangue le pulsava nelle tempie e il cuore le martellava contro il petto.
Emily le scoccò un’occhiata provocatoria.<< Stai esagerando, Mary.>>
<< Finalmente tiri fuori un po’ di orgoglio, cugina. Ero quasi convinta che non ne avessi affatto.>> Le avrebbe cavato gli occhi, le avrebbe stretto il collo con le sue stesse mani, fino a farle vuotare il sacco una volta per tutte. Ma non era il momento adatto per inveire contro di lei. Spostò lo sguardo verso gli altri invitati e si inchinò in una riverenza. << Con permesso.>>

Mary si sfilò il fermacapelli dallo chignon e si lasciò cadere sulle spalle i morbidi boccoli dorati. Lo specchio le restituì l’immagine di una donna sciupata e il tenue barlume della candela, posta sopra la specchiera, le pizzicava la guancia.
<< Non riesco a capacitarmi di ciò che è accaduto oggi.>> Nathan si sfilò il soprabito e i guanti; li lanciò contro il letto a baldacchino. << Santi Numi, Mary. Posso sapere cosa volevi dimostrare con quella sceneggiata? Rivolgere quelle accuse a tua cugina, così, davanti a tua madre e a tutti gli invitati!>>
Mary scoccò un’occhiata provocatoria alla sagoma di suo marito riflessa allo specchio. << Suvvia, vorresti dire che non ti ho allietato una serata che sarebbe di certo trascorsa all’insegna delle tediose disquisizioni artistiche del grande Dumont?>>
Lo sguardo torvo e le sopracciglia corrugate di Nathan le suggerirono che non aveva apprezzato il suo tentativo di deliziare la serata.
Sollevò gli occhi al cielo e si lasciò scappare uno sbuffo. << Nathan, che ragione c’è per tormentarsi ora?>>
<< Non hai ancora superato l’ostilità verso tua cugina.>> Non era una domanda, né un’accusa. Solo una constatazione. Nathan la fissò come se avesse preso coscienza solo in quel momento dell’astio che Mary provava da anni verso Emily.
<< Mi pare ragionevole.>> Mary appoggiò la spazzola sulla specchiera, balzò dalla sedia e si parò di fronte a lui a mo’ di sfida. << Dopotutto è responsabile della morte di mia sorella.>>
Nathan sgranò gli occhi. << Santi Numi, ancora con questa storia?>> Agitò le mani come se stesse scacciando un insetto fastidioso. << Non dire altro, non ascolterò una parola di più.>>
<< Non è forse questa la verità?>> Mary lo seguì fino al comodino.
<< Ne abbiamo già discusso. La povera Rebecca aveva il cuore tormentato per amore. Era una fanciulla fragile e si è tolta la vita in quel dannato lago. E’ questa la verità.>>
<< Emily aveva un appuntamento con lei. Emily doveva incontrare mia sorella quel pomeriggio.>>
<< Sua madre ha testimoniato in suo favore. Tua cugina era a lezione di pianoforte quel pomeriggio e, ad ogni modo, non aveva alcun motivo di fare del male a Rebecca.>> L’espressione truce di Nathan lasciò il posto ad un sorriso compassionevole e gli occhi ambrati baluginarono al lume della candela. << So che Rebecca ti manca e che l’idea che possa aver sofferto al punto da togliersi la vita ti distrugge. Ma ti chiedo di fidarti di me. Ho lavorato al caso giorno e notte e tutte le prove che ho raccolto andavano verso un’unica direzione.>>
Mary abbassò lo sguardo e una lacrima le rigò la guancia. << Mi manca immensamente.>>
Si lasciò avvolgere dalle braccia di Nathan e si abbandonò al calore del suo corpo.
<< E' stata una lunga giornata. Riposati adesso.>>
Mary si distese sul letto, lasciò sprofondare la testa sul guanciale e gli rivolse uno sguardo significativo. << Ho bisogno del tuo amore, Nathan.>>
Nathan le sorrise e le accarezzò la gamba con l’indice e il dito medio, seguendone il profilo fino a raggiungere la coscia. La mano calda le provocò un brivido lungo la schiena, che si incurvò in un fremito di piacere. Le dita indugiarono sul fianco fino ad insinuarsi sotto la camicia da notte e artigliarle la natica.
<< Nathan…>>
La bocca di Nathan assaporava ogni lembo del suo corpo. << Dimmi, cara.>>
Mary socchiuse gli occhi e si abbandonò alle labbra calde di Nathan.<< Voglio andare a vivere in Argentina. Mi porterai?>> Bisbigliò, tra un gemito e un sospiro.
Non fece in tempo a terminare la frase, che Nathan affondò il viso tra i seni turgidi. << Ti porterò ovunque vorrai, cara.>>

***

La brezza increspava le acque cristalline del lago. Il sole lambiva l’orizzonte e colorava lo specchio d’acqua di un arancione fulvido e intenso.
Mary strinse il mazzo di primule e gardenie e il delicato profumo le pizzicò le narici. Si diresse verso la croce incastonata nel terreno, accanto alla riva del lago, e accostò i fiori accanto ad una pietra a forma di cuore.
<< Manca molto anche a me.>>
Mary riconobbe la voce nasale e fastidiosa di Emily alle sue spalle. Arricciò le labbra in una smorfia e non la degnò di uno sguardo. << Posso immaginare.>>
<< Ti prego, cugina.>>
Mary digrignò i denti. La voce supplichevole di Emily le suggerì che stava recitando la parte della donna mansueta e sottomessa per entrare nelle sue grazie. Era una parte che le riusciva alla perfezione. In questo modo aveva incantato anche il povero Dumont. Ma lei non si sarebbe di certo fatta impietosire.
<< Avrai mai la bontà di dirmi cosa è capitato a mia sorella?>>
<< Non so come farti capire che io ne so quanto te. Non mi trovavo in questo maledetto lago quel pomeriggio. >>
Mary si voltò e la fulminò con lo sguardo. << Rebecca si è recata qui perché aveva un appuntamento con te, cara cugina. E dopo due ore hanno tirato fuori il suo cadavere dal fondale di questo lago. Cosa dovrei pensare?>>
<< Mary, non so nulla. Devi credermi! Non avevo alcun motivo per fare del male a Rebecca! Io la adoravo. E adoravo anche te.>>
Quella voce delicata e pietosa le tagliava le orecchie e le contorceva le viscere. Le mani tremarono. Avrebbe voluto stringergliele al collo, guardarla negli occhi mentre esalava il suo ultimo respiro e gettare la sua putrida carcassa priva di vita in quel maledetto lago.
<< Io credo che avessi un valido motivo, invece. Eri innamorata di Erick Gutman all’epoca, giusto?>> Mary arricciò le labbra in un ghigno.
<< Era solo il figlio del mio precettore. Io non…>>
<< Lo veneravi.>>
<< E anche se fosse? Ero una ragazzina.>>
Mary si avvicinò a lei. Un corvo gracchiò. << Nathan aveva fatto perquisire la camera di Rebecca e i suoi uomini trovarono un suo scritto autografo in cui raccontava di soffrire per un amore non corrisposto.>> Ridusse gli occhi a due fessure e le lanciò uno sguardo torvo. << E non poche volte mi raccontava di quanto Erick fosse affascinante e di quanto sarebbe stata fortunata la donna che fosse riuscita ad entrare nelle sue grazie.>>
Emily indietreggiò.<< Temo di non seguirti.>>
<< Tu e Rebecca avete litigato per Erick. Tu non sopportavi che lei, con la sua bellezza e la sua intelligenza, potesse portartelo via. L’hai spinta contro il lago e l’hai uccisa. Rebecca non sapeva nuotare.>>
Emily sgranò gli occhi e arricciò le labbra in una smorfia di disgusto.<<non resterò qui un minuto di più ad ascoltare le tue fandonie. Pensa quello che più ti aggrada.>> Si allontanò in direzione della villa. Il vestito frusciante tra i fili d’erba e lo scricchiolio delle foglie secche sotto i suoi piedi.
Mary fissò lo sguardo all’orizzonte. Il sole che dipingeva di arancione la superficie dell’acqua aveva lasciato il posto ad una luna pallida e tondeggiante, circondata da una miriade di stelle. Trovò quella più luminosa e il viso di Rebecca fece capolino tra i ricordi.
Un fruscio alle sue spalle la fece sobbalzare. Drizzò le orecchie per capire da dove provenisse e individuò un albero nodoso alla sua destra. Fece un passo in avanti e il rumore di un tronco spezzato la pietrificò. Il cuore martellava contro il petto e la sensazione di non essere sola le raggelò le ossa.
<< C’è qualcuno?>> La voce tremolante si perse nel bosco.
Una ragazza dalla folta chioma rossa la guardava e sorrideva.

***
<< L’ho vista.>>
Nathan si immobilizzò. Appoggiò sul letto il fucile, appena lucidato per la battuta di caccia, e si avvicinò a lei.<< Mary, ti prego.>>
Mary gli lanciò un’occhiata di sfida.<< Ti dico che ho visto Rebecca. Era vicino al lago. Accanto ad un albero e mi sorrideva.>>
<< Tti rendi conto di quanto sia assurdo tutto ciò?>>
<< E se quel cadavere non fosse di Rebecca? Avevi detto che era irriconoscibile, giusto? E nessuno di noi l’ha vista.>> Si massaggiò il mento con fare pensieroso e fece vagare gli occhi nel vuoto alla ricerca di risposte.
<< Questa, poi!>> Nathan si coprì gli occhi con la mano e si massaggiò le tempie con il pollice e il dito medio. << Tua madre ha riconosciuto gli indumenti e il fermacapelli a forma di farfalla.>> Il tono di voce rassegnato.
<<era un semplice vestito bianco. E il fermacapelli era così diffuso tra le ragazze di quell’età.>>
<< Mary, stai esagerando.>> Nathan le afferrò le braccia e le diede un leggero strattone. Allentò la presa e le sue mani si sciolsero in una carezza sulla guancia. Il sorriso compassionevole illuminò il viso pallido e fece risplendere gli occhi ambrati. << Perché non vieni con me e Dumont alla battuta di caccia, stasera? Ti farà bene, ci sarà anche tua madre.>>
Mary ricambiò il sorriso e gli prese la mano.<< Nathan... Vorrei che venissi con me stasera. Al lago.>>


La luna rischiarava il cielo e si rifletteva sulle acque pacate del lago. Il lamento di un grillo e il frusciare delle fronde degli alberi erano gli unici rumori che rompevano il silenzio del bosco. Mary si sfregò le braccia nel tentativo di riscaldarsi e tamburellava il piede contro l’erba.
Nathan le appoggiò sulle spalle il suo soprabito ed estrasse dal taschino l’orologio in oro che Mary gli aveva regalato prima del matrimonio. << Allora, dove sarebbe Rebecca?>>
<< L’ho vista lì.>> Mary puntò l’indice in direzione dell’albero nodoso.
Nathan strinse gli occhi nel tentativo di mettere a fuoco e si massaggiò i baffi, pensieroso. << Cara, non credi di esserti confusa con qualche animale? Girano molti cervi qui la notte.>>
Mary pestò il piede nel terreno. Il soprabito le scivolò dalle spalle. << Credi che io non sappia distinguere un cervo da mia sorella?>> Corrucciò la fronte e sbuffò.
Un fruscio la fece rabbrividire. Rimase immobile. Le orecchie tese e gli occhi spalancati. Una goccia di sudore le scese lungo la tempia e le accarezzò il mento. Fissò lo sguardo sul tronco dell’albero e un groppo alla gola le impedì di deglutire. Aprì la bocca per parlare, ma emise solo un suono gutturale.
Era lei. Rebecca la fissava da dietro il ramo ricoperto di foglie. Il vesito bianco avvolgeva il suo corpo esile e il fermacapelli a forma di farfalla raccoglieva parte dei boccoli rossi. Sorrideva.
<< Eccola. E’ lì!>> Gridò. Il braccio proteso ad indicare l’albero.
Nathan le afferrò la mano. << Mary, qui non c’è nessuno!>>
<< E' lì! E’ lì! Rebecca!>> Mary si divincolò dalla stretta e urlò con quanto fiato avesse in gola. Si graffiò il viso e si accasciò per terra in preda agli spasmi. << Rebecca!>>
Nathan si chinò su di lei e le accarezzò la testa. << Rebecca non c’è più.>>
<< Ti sbagli, Rebecca è lì.>> Un conato di vomito. Mary si piegò in avanti e un liquido giallastro fuoriuscì dalla bocca. Si ripulì le labbra con il dorso della mano.
<< Mary, non ricordi davvero nulla?>> Lo sguardo compassionevole di Nathan le provocò un brivido lungo la schiena.
<< C- cosa dovrei ricordare?>>
<< Hai ucciso tua sorella, Mary. Hai letto la lettera in cui confessava il suo amore per me. Ti sei precipitata al lago e avete discusso. L’hai spinta e lei è caduta in acqua e non è riuscita a salvarsi.>> Nathan si lasciò sfuggire un singhiozzo e una lacrima gli rigò la guancia. << Me l’hai confessato tu stessa nel mio ufficio, ma poi sei svenuta per lo shock e non hai più ricordato nulla. Ho deciso di chiudere il caso per suicidio. Perché ti amo. Perché non volevo perderti.>>
Mary spalancò gli occhi e li fissò nel vuoto. Sua sorella era bellissima. I suoi capelli profumavano di rose e la sua pelle vellutata faceva innamorare tutti i giovanotti che incontrava. Sapeva suonare il pianoforte meglio di lei. Sapeva recitare come Elisabeth Gullens e sua madre era così fiera di avere una figlia come lei. Rebecca. Sempre e solo Rebecca. Rebecca voleva diventare un’attrice. Rebecca voleva viaggiare. Rebecca voleva portarle via Nathan.
Mary si pulì la guancia sporca di terra e si alzò. Appoggiò il capo sul petto di Nathan e sospirò. << Nathan…>>
<< Dimmi, cara.>>
<< Voglio andare a vivere in Argentina. Mi porti?>>
Nathan le accarezzò i boccoli e i baffi si distesero in un ampio sorriso. << Ti porterò ovunque vorrai, cara.>>



I traumi rimossi prima o poi ritornano a galla


Edited by Reika - 2/7/2012, 17:06
 
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Cercavoce
view post Posted on 20/7/2012, 21:42




Inizio: Incontro di Mary e Nathan con Felicia, Corinne, Emily e suo marito Antoine. Grazie ai pensieri del pov si intravede il profilo di Emily secondo Mary e Antoine sembra tramare qualcosa. Inoltre, il fatto che Nathan sia un ispettore fa presupporre qualche crimine. Di tensione non ce n'è molta, giusto un pelino alla fine, ma è un ottimo inizio.

Scena 1: Da “Gradite un po' di” a “Con permesso”. Oltre al fatto che il tutto è scritto dannatamente bene (come sempre, d'altronde), la scena ha un ottimo crescendo di tensione. Calmo all'inizio e sale con Antoine vicino al quadro di Rebecca, fino allo scoppio di Mary.

Scena 2: Da “Mary si sfilò” a “ovunque vorrai, cara”. Questa scena rallenta un attimo il crescendo di tensione, forse un pelino troppo lunga, ma va bene. Inoltre è scritta benissima (come sempre), e la frase al termine, ripresa nel finale, ci sta da Dio.

Scena 3: Da “La brezza increspava” a “la guardava e sorrideva”. Dopo la calma della scena precedente, qui la tensione riprende a salire con lo scontro di Mary ed Emily, che litigano di fronte al lago. L'ultima parte poi è agghiacciante, con l'apparizione di Rebecca. Ti gela il sangue. La tensione sale col mistero che si infittisce.

Scena 4: Da “L'ho vista” a “Al lago”. Come per la scena 2, la 4 è una breve pausa nel crescendo, come il momento in cui poggi il piede sul gradino anziché spingere con la gamba per salire, pur mantenendo il tutto in tensione. Va benissimo.

Finale: Da “La luna rischiarava il cielo” a “ovunque vorrai, cara”. Ma diamine, non mi puoi prender di sorpresa così! Mi fai venire un infarto, cazzo! Stupidate a parte, questo finale è fantastico. La premessa è rispettata, il mistero si è risolto e la sorpresa finale è uno scoppio di tensione e stupore da paura. Grande.
 
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Luca Magorosso
view post Posted on 13/11/2012, 12:04




Log.17 [...starting transmission... ... ... ...file%­Log17%full loaded]

Bellissima storia, davvero impressionante il miglioramento da "Meredith" (il primo racconto di Reika che ho letto il mese scorso) a questa perla di racconto.
Volendo fare delle critiche (si, ho il dente avvelenato perché mi hanno appena smontato il primo racconto), rivedrei la riga 10 c/a
QUOTE
"Corinne emise uno squittio acuto e saltellò sul posto come un’anatra impazzita"

dove si accavallano due metafore riferite a due diversi animali, e stridono un pochino;
poi ci sono un paio di sviste ortografiche relative agli inizi di frase, poco dopo metà testo
"<< Tti rendi conto..."
e successivamente manca la maiuscola [QUOTE]
"<<era".
La fine mi è sembrata un po' troppo accelerata, laddove Nathan sembra non avere esitazioni nello svelare il blocco a Mary, che se è arrivata al punto di avere delle allucinazioni ad occhi aperti probabilmente meritava un pochino di tatto in più del secchissimo
QUOTE
"Hai ucciso tua sorella, Mary...

. Anche se forse in tal caso avrebbe perso molto dell'impatto, bellissimo, che sei riuscita a dare al finale a sorpresa.
Per i complimenti, mi sembra di poter fare rinvio integrale al Cap., che ha riassunto in modo eccellente i punti di forza della storia. Un lavoro davvero buono, una tragedia personale (col lieto fine?) immersa in un'atmosfera molto drammatica e sofisticata, mi è quasi piaciuto (a parte che... non è il mio genere!). Alla prossima :)

[... endingtransmission] Log.17\end
 
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Lady Loki
view post Posted on 13/11/2012, 13:31




Non credo che i racconti dei contest possano essere criticati da qualcuno all'infuori del Giudice, Luca. Concentrati su quelli postati nelle sezioni "normali" per le critiche :D
 
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Cercavoce
view post Posted on 13/11/2012, 15:15




Oh no, invece possono eccome essere commentati, dopo la fine del contest ^_^
 
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Lady Loki
view post Posted on 13/11/2012, 15:16




Oh, allora chiedo scusa. Buono a sapersi ^_^
 
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view post Posted on 13/11/2012, 20:03
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Poliglotto Gramelotier di Bordo

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Già, buono a sapersi :shifty:
 
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Luca Magorosso
view post Posted on 14/11/2012, 15:55




Log.18 [...starting transmission... ...sosorryCap... ...file%­Log18%full loaded]
Chiedo venia per quella che deve essere sembrata una presa di posizione arrogante. E' successo che se ne stava parlando in messaggio privato, quindi sono arrivato qui seguendo il link e ho commentato sull'onda della lettura. Se mi fossi reso conto che eravamo nella sezione contest, avrei probabilmente commentato in privato anziché con post pubblico.
[... endingtransmission] Log.18\end
 
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Lady Loki
view post Posted on 14/11/2012, 16:36




Non preoccuparti, Luca! Semplicemente, mi era sfuggito il fatto che -a Contest terminato- tutti potessero commentare i racconti. Non hai fatto proprio nulla di sbagliato.
 
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Reika
view post Posted on 15/11/2012, 14:33




Lucaaa!! Ho visto adesso che hai commentato la mia Mary Foster! :)
Ti rispondo, punto per punto ^_^

CITAZIONE
Bellissima storia, davvero impressionante il miglioramento da "Meredith" (il primo racconto di Reika che ho letto il mese scorso) a questa perla di racconto.

Grazie mille! Meredith era un racconto più datato rispetto a questo e son contenta che tu abbia notato i miglioramenti! ^_^

CITAZIONE
Volendo fare delle critiche (si, ho il dente avvelenato perché mi hanno appena smontato il primo racconto), rivedrei la riga 10 c/a
CITAZIONE
"Corinne emise uno squittio acuto e saltellò sul posto come un’anatra impazzita"

dove si accavallano due metafore riferite a due diversi animali, e stridono un pochino;

Accidenti, sai che hai ragione? Non ci avevo fatto caso, ma in effetti non va bene! Grazie mille per avermelo fatto notare! ^_^


[QUOTE]"<< Tti rendi conto..."
e successivamente manca la maiuscola
CITAZIONE
"<<era".

Maledetti refusi :angry:

CITAZIONE
La fine mi è sembrata un po' troppo accelerata, laddove Nathan sembra non avere esitazioni nello svelare il blocco a Mary, che se è arrivata al punto di avere delle allucinazioni ad occhi aperti probabilmente meritava un pochino di tatto in più del secchissimo
"Hai ucciso tua sorella, Mary...

Ahimè, hai toccato un tasto dolente per il mio povero cuore :cry:
Non immagini quanto mi è dispiaciuto aver liquidato così la scena regina di tutta la storia! Anche KK me lo fece notare in privato e anche a lui ho spiegato il perchè di questa triste scelta. Ero terribilmente in ritardo con i tempi del Contest. Infatti, il giorno della scadenza scrissi in tag che rinunciavo e che avrei partecipato al prossimo, ma il Cap mi ha voluto concedere qualche ora in più perchè dovevo solo terminare l'ultima parte.
Mi sono, quindi, messa all'opera. Ma, si sà, la fretta non è mai cosa buona e giusta e ho dovuto terminare così per poter partecipare.
Sicuramente avrei dato maggior pathos al finale, allungandolo un po' e creando un po' più di suspance. Quindi sono d'accordissimo con te!

Grazie per la critica e sono contenta che ti sia "quasi" piaciuto ;)
 
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Luca Magorosso
view post Posted on 17/11/2012, 14:10




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Prego, è stato un piacere :-)
Ancora complimenti, al prossimo racconto!
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10 replies since 2/7/2012, 15:46   234 views
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